Il caucciù nella stampa offset – Conclusione

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Il caucciù nella stampa offset – Conclusione

Qui di seguito la terza ed ultima parte dell’articolo tratto dalla rivista “Il Poligrafico” scritto da Attilio Boccardo.

Consigliamo la lettura degli articoli precedenti:

Il caucciù nella stampa offset (Parte Prima)
Il caucciù nella stampa offset (Parte Seconda)

Il caucciù rappresenta, nel cuore della macchina, il dispositivo che determina e controlla la qualità della stampa. E’ un elemento robusto ma flessibile ed elastico, sensibile ai prodotti con cui viene manipolato e curato. Se viene trattato secondo specifica fornisce e mantiene nel tempo i risultati voluti, altrimenti perde rapidamente le proprie caratteristiche e si deteriora. La possibilità di ottenere risultati ottimali dipende sia dalle qualità intrinseche del prodotto, ma, in larga misura e in modo determinante, dalla professionalità e competenza degli operatori.

Come scegliere il caucciù

In genere la macchina da stampa utilizza, almeno nella fase iniziale e fino al collaudo, il tipo di caucciù consigliato dal costruttore. E’ però normale eseguire analisi sui prodotti alternativi offerti dal mercato sia per ragioni di aggiornamento tecnologico sia per garantirsi un rapporto ottimale costo/qualità. Data la complessità e delicatezza delle caratteristiche qualitative del telo gommato, è importante eseguire le prove in condizioni altamente controllate e seguendo uno schema che permetta di individuare tutti gli elementi positivi o negativi per effettuare una scelta possibilmente corretta. Le prove sui caucciù comprendono le seguenti operazioni:

1) Verifica delle caratteristiche qualitative fuori macchina. Si controlla la corrispondenza dei caucciù alle specifiche del prodotto per elementi quali spessore (4-8 misurazioni sull’intera superficie del telo secondo norma ISO 12636), dimensioni e squadratura, regolarità dei sistemi di barratura, sigillatura dei bordi, impermeabilizzazione della carcassa, assenza di difetti o anomalie sulla superficie interna dei teli ecc.

2) Controllo dei parametri qualitativi in macchina da stampa. Si verificano alcuni elementi che caratterizzano il telo gommato quali:

  • a) allungamento del caucciù,
  • b) perdita di spessore,
  • c) recupero dello schiacciamento,

e altri che determinano la qualità visibile del prodotto stampato:

  •  d) fenomeni di deformazione dei grafismi (slur, sbaveggio, strisciamento),
  • e) riproduzione del punto (dot gain e print contrast),
  • f) uniformità e compattezza dei pieni,
  • g) sovrapponibilità dei colori (ink trapping).

Prima di tutto:

Accertarsi di utilizzare un prodotto conosciuto e riconosciuto per provenienza e qualità. Verificare che oltre al materiale venga assicurata un’assistenza tecnica professionalmente ineccepibile, necessaria per poter operare sempre al meglio, risolvere rapidamente eventuali problemi produttivi e, nel contempo, in grado di rappresentare uno stimolo formativo e innovativo per l’azienda. Definire con il fornitore un capitolato di fornitura che garantisca il mantenimento dei parametri qualitativi nelle tolleranze stabilite a priori.

Procedura di prova in macchina da stampa

Normalmente si esegue la comparazione tra un prodotto conosciuto A (attualmente in uso) e uno o più proposte alternative B. In linea di principio bisogna che A e B vengano provati esattamente nelle stesse condizioni, per cui si parte da caucciù nuovi e si effettua la prova su un solo elemento di stampa.

Le verifiche indicate al punto 1) vengono eseguite eventualmente utilizzando una check list. Si prepara la macchina, verificandone le condizioni generali che devono corrispondere a quelle indicate dal manuale d’uso in modo da ridurre o eliminare le variabili che possono inficiare la valutazione dei risultati. La carta può essere di tipo normale, patinata opaca o lucida di buona qualità e grammatura, senza problemi di ondulazioni, parallelismo dei lati e squadratura. Inchiostro nero di scala senza aggiunte. Si utilizza una forma di stampa sulla quale, oltre a illustrazioni e testi, sono presenti elementi per il controllo dello slur/doppieggio e scale sulle quali rilevare i valori densitometrici previsi al punto 2) rispettivamente in d), e), f), g).

Si procede come segue:

1) Eseguire il montaggio del “caucciù A” secondo le prescrizioni controllando accuratamente il rivestimento usato per raggiungere i valori di interferenza stabiliti tenendo conto del previsto calo di spessore. Mettere in tensione il caucciù, utilizzando una chiave dinamometrica, a un valore inferiore a quello prescritto. Tracciare sui lati del caucciù due linee sottili corrispondenti a 100 mm. Con una dima trasparente è possibile in seguito verificare se il valore di allungamento rientra nei limiti indicati dalle specifiche.

2) Far girare la macchina in pressione e ritensionare il caucciù fino a raggiungere il valore prescritto.

3) Controllare con un compratore l’altezza reale del caucciù rispetto alle corone. Se i valori sono corretti, procedere con l’avviamento per ottenimento di una copia OK con valori di densità normali (copia OK). Effettuare la stampa di almeno 1.000 copie.

4) Ritensionare il caucciù e controllarne l’altezza rispetto alle corone.

5) Registrare il valore di allungamento e la variazione di spessore rilevati. Registrare esattamente il valore reale di fuori anello del caucciù misurato con il compratore.

6) Eseguire la stampa di altre 5.000 copie (si possono ripassare fogli già stampati insieme a mazzette di carta bianca).

7) Prova di recupero dello schiacciamento: in tiratura a velocità di crociera si può eseguire la prova della capacità di recupero del tessuto gommato attaccando su un foglio della pila un disco di cartoncino grande come una moneta e di spessore variabile da mm 0.10, 0.20, 0.25, 0.30, 0.35. Dopo il passaggio registrare il numero di copie necessarie per riassorbire l’impronta e metterlo in relazione con lo spessore assorbito più rapidamente. E’ evidente che il caucciù che riesce a recuperare lo spessore più elevato con il numero di copie inferiore risulta, da questo punto di vista, essere il migliore.

8) Ritensionare il caucciù e controllarne l’altezza rispetto alle corone.

9) Registrare il valore di allungamento e la variazione di spessore rilevati. Registrare esattamente il valore reale di fuori anello del caucciù misurato con il compratore.

10) Prelevare un campione costituito da una decina di fogli e verificare la presenza di fenomeni di deformazione del punto sia sui campi di slur che sui valori di scala. Scegliere una copia “ferma”, “copia A”, e confrontarla con la copia OK per rilevare eventuali differenze visive evidenti.

11) Effettuare il controllo delle dieci copie che costituiscono il campione e verificare che la sua variabilità sia contenuta entro valori non superiori al 2%. Una variabilità superiore potrebbe inficiare la validità e significatività dei dati. Scegliere una copia rappresentativa ed effettuare il controllo dei paramentri visibili del prodotto stampato:

  • SLUR (sbaveggio, strisciamento):
  • DOT GAIN: 80%   40%
  • PRINT CONTRAST:
  • UNIFORMITA’ E COMPATTEZZA DEI FONDI PIENI:
  • INK TRAPPING:

12) Registrare  i dati raccolti su una scheda tecnica. Procedere all’esecuzione della prova del caucciù successivo (B, C, ecc.). Dopo aver scelto uno o più caucciù con i criteri sopra indicati, inserirli in produzione e tenere sotto controllo le caratteristiche qualitative e di tenuta sulla normale tiratura.

Con questo articolo concludiamo “vita, morte e…miracoli” del caucciù. Prossimamente vi illustreremo alcuni casi di successo, ottenuti in oltre 50 anni di esperienza nel settore, a voi utili per trarne spunti. Il personale della Rullflex sin da ora si mette a vostra disposizione per consigliarvi il prodotto più adatto alle vostre lavorazioni.