Il caucciù nella stampa offset
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’offerta sempre maggiore di tessuti gommati (con prezzi decisamente in ribasso) non sempre accompagnata da un’adeguata qualità. E’ quindi importante ribadire alcuni concetti fondamentali di questo elemento che è il “cuore” della stampa indiretta.
Per la stesura di queste note riprendiamo un bellissimo ed ancora attuale articolo di Attilio Boccardo, apparso nel 2003 sulla rivista “Il Poligrafico” .
Il caucciù, nonostante sia un prodotto essenziale per la stampa offset, e dal quale indirettamente deriva anche il proprio nome, viene talvolta trattato impropriamente dai suoi utilizzatori.
In realtà un caucciù è progettato per sopportare una serie continua di stress, anche notevoli, però nell’ambito e nei limiti di una procedura d’impiego normale, mentre se lo si tratta in modo sbagliato può degradarsi rapidamente fino al punto di doverlo sostituire.
Se si considerano le caratteristiche qualitative dei teli gommati si capisce l’importanza del loro trattamento sulla loro durata e sul mantenimento delle loro prestazioni.
Montaggio e tensionamento
Il caucciù viene montato e teso su cilindri che possono avere diametri molto differenti per cui deve risultare sufficientemente morbido e flessibile per potersi adattare a qualsiasi curvatura. Nello stesso tempo, però, deve essere particolarmente robusto per non alterare le proprie dimensioni (allungamento), anche quando viene sottoposto a tensionamento e successive compressioni piuttosto rilevanti. Queste caratteristiche dipendono direttamente dal tipo di carcassa utilizzata, che è la struttura portante del sistema, dalla qualità e numero di teli e dei materiali usati per costruirlo.
La norma ISO 12636 indica che il massimo allungamento accettabile per un caucciù deve essere inferiore all’1,5%. Ciò significa che un telo di 1.000 mm. di lunghezza può al massimo allungarsi fino a 1.015 mm. Sul mercato si garantiscono valori inferiori allo 0,9% e si parla anche di carcasse prestrecciate che dovrebbero garantire movimenti minimi. Durante il tensionamento il caucciù subisce una trazione elevata (da 50 a oltre 80 kg/m) che deve essere applicata controllandola con una chiave dinamometrica in modo da raggiungere gradualmente il valore fissato dal costruttore secondo una procedura stabilita. Questa operazione è importante e delicata in quanto serve per rendere perfettamente solidali il telo e il cilindro che lo accoglie, per poter sopportare sollecitazioni cui viene sottoposto nel corso della stampa senza subire alterazioni eccessive. In caso di sottotensionamento si possono avere movimenti (fenomeni di “follatura”) del caucciù rispetto alla matrice, mentre il sovratensionamento determina una perdita di spessore oltre i valori previsti, che influisce sulle caratteristiche di elasticità del caucciù stesso fino al punto che un telo comprimibile finisce per comportarsi come uno convenzionale. E’ chiaro che la differenza è data anche dal tipo di prodotto usato, ma l’influenza dell’operatore è comunque fondamentale.
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Interferenza (valore di compressione, ingaggio)
La resa qualitativa della stampa offset, e, in particolare, la dimensione dei punti retinati e il valore di dot gain ottenuto, sono legati alla pressione con cui matrice e caucciù vengono in contatto. L’entità del fenomeno è collegato al grado di interferenza tra la superficie rigida della lastra e quella relativamente morbida del caucciù. Il valore dell’interferenza varia a seconda del formato, del tipo di caucciù ed è regolato dalle specifiche fornite dal costruttore della macchina e dal produttore del caucciù.
La posizione relativa dei cilindri porta lastra e porta caucciù è controllata e definita dalle corone (strade di macchina, anelli di controllo) che si trovano alla loro estremità e che ruotano a contatto. La loro circonferenza è inferiore o uguale rispetto a quella della somma tra gli spessori di lastra e rivestimento o di caucciù e rivestimento (valore di sopra corona) e ciò determina il valore reale dell’interferenza. Per mezzo di un comparimetro, e prendendo come riferimento le corone, si può verificare con precisione, in qualsiasi punto dell’elemento e anche in tempi successivi, se questo valore si mantiene nelle tolleranze prestabilite.
Il sistema è quindi molto raffinato e assicura un preciso posizionamento degli elementi; tuttavia, se il telo gommato, dopo le operazioni di montaggio e tensionamento, non trova un punto di stabilizzazione e continua ad allungarsi perdendo in spessore e in elasticità, pur se in modo limitato, ciò influenza direttamente il valore di interferenza e quindi modifica ulteriormente la qualità del prodotto stampato. In questo senso sarebbe preferibile un caucciù che si allungasse eventualmente oltre il limite stabilito ma poi si fermasse, piuttosto di uno che continua a cedere nel tempo rendendo totalmente instabile il processo. Quando si considera la coppia formata dala cilindro porta lastra e cilindro porta caucciù bisogna rilevare un ulteriore elemento che influisce sulla variabilità del processo.
Come autorevolmente affermato dal prof. Rota della Scuola Grafica Cartaria San Zeno, “una uguale velocità periferica, della forma e del caucciù, è la condizione indispensabile per ottenere la nitidezza in fase di stampa”.
Sebbene i caucciù di tipo comprimibile abbiano contribuito notevolmente a migliorare il problema del contatto in rotazione tra i due elementi, tuttavia a causa della deformazione, anche se minima, del caucciù si assiste a una continua variazione del raggio effettivo del cilindro stesso con conseguente variazione della velocità periferica. Dato che i due cilindri sono solidali tra loro in quanto condotti da un unico sistema di ingranaggi, nel punto di contatto si ha un certo strisciamento o scivolamento tra le parti che, seppur minimo, si manifesta infine come “movimento del punto”, sbaveggio, slur. Se il montaggio del caucciù è avvenuto nel modo prescritto dal costruttore e non ci sono altri fattori di disturbo, il fenomeno è contenuto, ma se si opera in condizioni anomale il fenomeno può assumere il carattere di difettosità e influire sulla curva di riproduzione come variante del dot gain.
In questo contesto non si deve dimenticare l’ulteriore influenza sull’eventuale distorsione del punto causata dallo stacco del foglio stampato dal caucciù, che può essere ritardato in funzione della velocità (il foglio tende a seguire il cilindro a maggiore velocità periferica), tiro degli inchiostri, distribuzione zonale delle parti stampate rispetto a zone bianche, e infine dell’appiccicosità del caucciù stesso quando viene mantenuto con prodotti non adatti.
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